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luglio 2004 - Sala San Bernardino, Massa Marittima
Premiazione dei racconti vincitori
Passata una settimana dalla
premiazione, iniziano ad essere pressanti le richieste di
chi vuole leggere un racconto, un resoconto, insomma, due
parole sulla premiazione della seconda edizione del Concorso
"Il piacere di scrivere". Allora ci fermiamo un
attimo, noi del Fondo, e torniamo a sabato passato. Ci fermiamo,
perché purtroppo nelle nostre vite non c'è solo
il Fondo, non ci sono solo le letture, i libri e le belle
parole: se riuscissimo a campare di belle parole a questo
punto eravamo la Mondadori... E ci viene il dubbio che sia
andata meglio così. Dicevamo che di belle parole non
si campa, e allora si lavora, si studia, si va pel mondo a
vendere libri con un tavolino traballante perché nemmeno
il tipografo si paga con queste belle parole. Comunque torniamo
a sabato, che è iniziato di venerdì: nel senso
che tutta la tensione dell'evento ce la siamo bruciata la
sera prima, ché fino alle 22 i libri non si sa dove
stavano, e siccome ci servivano per una ventina di ore dopo,
di sabato, quando il corriere non corre, eufemisticamente
affermeremo che eravamo un po' preoccupati. Alla fine sono
spuntati, e con gli occhi che strabuzzano dalle orbite come
nei cartoni animati il secondo colpo è sopraggiunto:
la revisione bozze di cui era stato incaricato un membro del
Fondo, quello che una volta era capellone e che ora invece
è rasato, quello che era in giuria, insomma, 'sta revisione
era stata fatta un po' con i piedi. E allora decidi che il
prossimo anno la facciamo meglio, 'sta revisione. Ma alla
fine tutto scorre e passa, e saltiamo direttamente alla Sala
San Bernardino, bellissimo rettangolone medievale nell'ex
Seminario di Massa Marittima, a dominare le colline circostanti,
con lo sguardo che arriva fino al mare, a Follonica, all'Elba.
E lì alla spicciolata arrivano tutti: Michele a scaricare
la macchina piena di libri (che il ns. Presidente sia un novello
Bianciardi a spacciare cultura con la sua Fiat Uno Biblio
tra le Colline Metallifere?), Sabrina dinerovestita a tirare
su un tavolino con i nostri libri, stavolta meno traballante
del solito (il tavolino, non Sabrina), Dario, il giurato di
cui sopra, stranamente elegante, che rimedia epiteti stravaganti,
dall'imborghesito al contadino ripulito, e Stefano, che magari
il cuore e qualcos'altro l'avrà lasciati anche a Cuba,
ma la fedele macchina fotografica se la tiene al collo come
il San Bernardo con la botticella (ché il Pacini anche
con la botticella mica sarebbe secondo a nessuno...). E poi
Roberta, con mille cose da fare e mille persone da salutare.
I vincitori che arrivano e mica lo so se se ne sono resi conto
che quello era un concorso letterario, senza quell'aria ufficiale
tipica delle cerimonie e delle celebrazioni. I giurati, con
Fabio Marroni, vincitore dello scorso anno che m'aspettavo
tutta un'altra persona. E poi il Sindaco, l'Assessore alla
Cultura e quasi tutta la Giunta, e il nostro piacere a vederli
tutti perché vuol dire che qualcosa stiamo muovendo.
Infine Mariella Zoppi, che accogliamo con piacere e onore,
perché addirittura la Regione si muove, e con grande
interesse ci è parso. Quindi prendiamo posto, in una
sala gremita (davvero, non per consuetudine di racconto).
Il Fondo si schiera con questa formazione: Sabrina Lotti al
tavolino a fermare le folate di chi esce senza aver comprato
un libro; coppia di centravanti di sfondamento Dario Radi
- Michele Cocola, che Trapattoni se li sogna, sul tavolino,
l'altro, l'alto, quello dei giurati e delle autorità.
Jolly, disturbatore infaticabile e cervello del gioco, Stefano
Pacini con i suoi scatti (quelli fotografici, perché
mica corre lui) illuminanti. E allora si può partire,
con Roberta Pieraccioli, Direttrice della Biblioteca, a fare
gli onori di casa, che rivela di saperci fare anche come presentatrice,
presentandoci infatti i giurati, le autorità, il Fondo,
e Serena Santoni, preziosissima amica che leggerà impeccabilmente
una selezione dei racconti vincitori, che non si è
consultata con la nostra Sabrina nella scelta del vestito,
avendo optato le due per una soluzione pressoché identica.
Ascoltiamo Lidia Bai, il nuovo Sindaco di Massa Marittima,
che un certo piacere ce lo fa vederla lì, essendo ex
Assessore Comunale alla Cultura e coinvolta nel concorso fin
da quando partì l'idea iniziale (e giurata dello scorso
anno). Il microfono passa a Franco Donati, nuovo Assessore
alla Cultura, apparso davvero impegnato a prendere contatti
con le piccole realtà come le nostre. E subito prima
della cerimonia vera e propria, il saluto di Mariella Zoppi,
che racconta come, grazie anche e soprattutto all'impegno
di Giancarlo Boccardi, tra il pubblico immancabile anche lui,
la Regione si è accorta di questo sogno che abbiamo
e che non ci vogliamo togliere dal capo. Poi tocca al Fondo,
con Michele e il suo discorso scritto prima.
Ma gli applausi è giusto che siano per loro, per i
vincitori, entusiasti della fomula di questo concorso, dove
il premio è far leggere chi viene premiato: anche perché
chi scrive tante volte vuol essere letto. Sul palco si alternano
Gianfranco Venturato, Gaia Rispoli, Matteo Ferrario, podio
della sezione a Tema Libero, Paola Rambaldi, vincitrice della
sezione Memoria, e Carlo Costanzelli, tredicenne vincitore
tra i Ragazzi. Ed ascoltiamo le loro parole, spesso toccate
dall'emozione per essere lì. I segnalati ricevono anche
loro l'attestato, non tutti, perché qualcuno non è
venuto. E tutto scorre, continua a scorrere, verso la porta,
perché già sappiamo che anche stavolta tutto
va a finire davanti agli affettati, ai tortelli e al cinghiale.
E al vino, ma com'è bello il vino, rosso, rosso rosso.
E ci salutiamo, perché qualcuno se ne va: a qualcuno
diciamo che "noi - del Fondo - siamo cattivi, si sta
attaccati ai garetti", ma le nostre minacce sono bonarie,
siamo più bòni del pane, noi del Fondo. Quindi,
tutto va a finire all'Osteria, come spesso succede, a conoscerci:
qualcuno approfitta dell'informalità del luogo e si
toglie i panni da contadino ripulito, optando per un più
comodo pantalone corto e maglietta di gruppo hardcore-punk.
Ma prima di chiudere questo resoconto, e di lasciarvi alla
lettura dei racconti, chiudiamo con un ultimo aneddoto. Emiliano
Gucci, uno dei segnalati e pubblicati sulla raccolta, è
di Calenzano. Come tanti scrive, e si mantiene lavorando alla
Feltrinelli di Firenze. Già alla premiazione ci era
rimasto simpatico, perché aveva detto che aveva partecipato
al concorso soprattutto perché era intitolato alla
memoria di uno dei suoi autori preferiti, Daniele Boccardi.
Ma sotto le nostre grinfie, all'Osteria, ha confessato di
essere la nostra spia a Firenze, il nostro delatore, quello
che mette Vite minime in bella vista e ne parla ai clienti,
facendogli gran pubblicità. Che gli rendiamo dicendo
che un suo libro, Donne e topi, è uscito per la Fazi.
Cercatelo. Un altro caso, insomma, è stato quindi risolto
dal gruppo investigativo del Fondo. I cui componenti se ne
vanno prima della fine della cena, perché con le belle
parole non si campa, e allora si torna a lavorare, e a vendere
i libri a spasso per la Toscana: a proposito di questo, ne
approfittiamo per ringraziare pubblicamente Silvio e Francesca,
cari amici che ci hanno sostituito per una sera a quei tavolini
traballanti. Grazie, sinceramente grazie.
E qui chiudo, dicendo che è andata bene. E a chi ci
vuole male, dico che è andata bene, ma bene davvero.
Fondo Daniele Boccardi
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