10 luglio 2004 - Sala San Bernardino, Massa Marittima

Premiazione dei racconti vincitori

Passata una settimana dalla premiazione, iniziano ad essere pressanti le richieste di chi vuole leggere un racconto, un resoconto, insomma, due parole sulla premiazione della seconda edizione del Concorso "Il piacere di scrivere". Allora ci fermiamo un attimo, noi del Fondo, e torniamo a sabato passato. Ci fermiamo, perché purtroppo nelle nostre vite non c'è solo il Fondo, non ci sono solo le letture, i libri e le belle parole: se riuscissimo a campare di belle parole a questo punto eravamo la Mondadori... E ci viene il dubbio che sia andata meglio così. Dicevamo che di belle parole non si campa, e allora si lavora, si studia, si va pel mondo a vendere libri con un tavolino traballante perché nemmeno il tipografo si paga con queste belle parole. Comunque torniamo a sabato, che è iniziato di venerdì: nel senso che tutta la tensione dell'evento ce la siamo bruciata la sera prima, ché fino alle 22 i libri non si sa dove stavano, e siccome ci servivano per una ventina di ore dopo, di sabato, quando il corriere non corre, eufemisticamente affermeremo che eravamo un po' preoccupati. Alla fine sono spuntati, e con gli occhi che strabuzzano dalle orbite come nei cartoni animati il secondo colpo è sopraggiunto: la revisione bozze di cui era stato incaricato un membro del Fondo, quello che una volta era capellone e che ora invece è rasato, quello che era in giuria, insomma, 'sta revisione era stata fatta un po' con i piedi. E allora decidi che il prossimo anno la facciamo meglio, 'sta revisione. Ma alla fine tutto scorre e passa, e saltiamo direttamente alla Sala San Bernardino, bellissimo rettangolone medievale nell'ex Seminario di Massa Marittima, a dominare le colline circostanti, con lo sguardo che arriva fino al mare, a Follonica, all'Elba. E lì alla spicciolata arrivano tutti: Michele a scaricare la macchina piena di libri (che il ns. Presidente sia un novello Bianciardi a spacciare cultura con la sua Fiat Uno Biblio tra le Colline Metallifere?), Sabrina dinerovestita a tirare su un tavolino con i nostri libri, stavolta meno traballante del solito (il tavolino, non Sabrina), Dario, il giurato di cui sopra, stranamente elegante, che rimedia epiteti stravaganti, dall'imborghesito al contadino ripulito, e Stefano, che magari il cuore e qualcos'altro l'avrà lasciati anche a Cuba, ma la fedele macchina fotografica se la tiene al collo come il San Bernardo con la botticella (ché il Pacini anche con la botticella mica sarebbe secondo a nessuno...). E poi Roberta, con mille cose da fare e mille persone da salutare. I vincitori che arrivano e mica lo so se se ne sono resi conto che quello era un concorso letterario, senza quell'aria ufficiale tipica delle cerimonie e delle celebrazioni. I giurati, con Fabio Marroni, vincitore dello scorso anno che m'aspettavo tutta un'altra persona. E poi il Sindaco, l'Assessore alla Cultura e quasi tutta la Giunta, e il nostro piacere a vederli tutti perché vuol dire che qualcosa stiamo muovendo. Infine Mariella Zoppi, che accogliamo con piacere e onore, perché addirittura la Regione si muove, e con grande interesse ci è parso. Quindi prendiamo posto, in una sala gremita (davvero, non per consuetudine di racconto). Il Fondo si schiera con questa formazione: Sabrina Lotti al tavolino a fermare le folate di chi esce senza aver comprato un libro; coppia di centravanti di sfondamento Dario Radi - Michele Cocola, che Trapattoni se li sogna, sul tavolino, l'altro, l'alto, quello dei giurati e delle autorità. Jolly, disturbatore infaticabile e cervello del gioco, Stefano Pacini con i suoi scatti (quelli fotografici, perché mica corre lui) illuminanti. E allora si può partire, con Roberta Pieraccioli, Direttrice della Biblioteca, a fare gli onori di casa, che rivela di saperci fare anche come presentatrice, presentandoci infatti i giurati, le autorità, il Fondo, e Serena Santoni, preziosissima amica che leggerà impeccabilmente una selezione dei racconti vincitori, che non si è consultata con la nostra Sabrina nella scelta del vestito, avendo optato le due per una soluzione pressoché identica. Ascoltiamo Lidia Bai, il nuovo Sindaco di Massa Marittima, che un certo piacere ce lo fa vederla lì, essendo ex Assessore Comunale alla Cultura e coinvolta nel concorso fin da quando partì l'idea iniziale (e giurata dello scorso anno). Il microfono passa a Franco Donati, nuovo Assessore alla Cultura, apparso davvero impegnato a prendere contatti con le piccole realtà come le nostre. E subito prima della cerimonia vera e propria, il saluto di Mariella Zoppi, che racconta come, grazie anche e soprattutto all'impegno di Giancarlo Boccardi, tra il pubblico immancabile anche lui, la Regione si è accorta di questo sogno che abbiamo e che non ci vogliamo togliere dal capo. Poi tocca al Fondo, con Michele e il suo discorso scritto prima.
Ma gli applausi è giusto che siano per loro, per i vincitori, entusiasti della fomula di questo concorso, dove il premio è far leggere chi viene premiato: anche perché chi scrive tante volte vuol essere letto. Sul palco si alternano Gianfranco Venturato, Gaia Rispoli, Matteo Ferrario, podio della sezione a Tema Libero, Paola Rambaldi, vincitrice della sezione Memoria, e Carlo Costanzelli, tredicenne vincitore tra i Ragazzi. Ed ascoltiamo le loro parole, spesso toccate dall'emozione per essere lì. I segnalati ricevono anche loro l'attestato, non tutti, perché qualcuno non è venuto. E tutto scorre, continua a scorrere, verso la porta, perché già sappiamo che anche stavolta tutto va a finire davanti agli affettati, ai tortelli e al cinghiale. E al vino, ma com'è bello il vino, rosso, rosso rosso. E ci salutiamo, perché qualcuno se ne va: a qualcuno diciamo che "noi - del Fondo - siamo cattivi, si sta attaccati ai garetti", ma le nostre minacce sono bonarie, siamo più bòni del pane, noi del Fondo. Quindi, tutto va a finire all'Osteria, come spesso succede, a conoscerci: qualcuno approfitta dell'informalità del luogo e si toglie i panni da contadino ripulito, optando per un più comodo pantalone corto e maglietta di gruppo hardcore-punk. Ma prima di chiudere questo resoconto, e di lasciarvi alla lettura dei racconti, chiudiamo con un ultimo aneddoto. Emiliano Gucci, uno dei segnalati e pubblicati sulla raccolta, è di Calenzano. Come tanti scrive, e si mantiene lavorando alla Feltrinelli di Firenze. Già alla premiazione ci era rimasto simpatico, perché aveva detto che aveva partecipato al concorso soprattutto perché era intitolato alla memoria di uno dei suoi autori preferiti, Daniele Boccardi. Ma sotto le nostre grinfie, all'Osteria, ha confessato di essere la nostra spia a Firenze, il nostro delatore, quello che mette Vite minime in bella vista e ne parla ai clienti, facendogli gran pubblicità. Che gli rendiamo dicendo che un suo libro, Donne e topi, è uscito per la Fazi. Cercatelo. Un altro caso, insomma, è stato quindi risolto dal gruppo investigativo del Fondo. I cui componenti se ne vanno prima della fine della cena, perché con le belle parole non si campa, e allora si torna a lavorare, e a vendere i libri a spasso per la Toscana: a proposito di questo, ne approfittiamo per ringraziare pubblicamente Silvio e Francesca, cari amici che ci hanno sostituito per una sera a quei tavolini traballanti. Grazie, sinceramente grazie.
E qui chiudo, dicendo che è andata bene. E a chi ci vuole male, dico che è andata bene, ma bene davvero.

Fondo Daniele Boccardi